La storia persicetana degli ultimi cento anni è caratterizzata da
aspre lotte agrarie: dopo la Comune di Parigi (1871)
si costituì nel 1872 una sezione del Fascio operaio animata dall’ex
garibaldino Teobaldo Buggini, intimo amico di Andrea Costa; nel 1873 si
registrò il primo sciopero di operai in una fabbrica locale; nel 1874
alcuni internazionalisti persicetani tentarono di partecipare al moto
bakuniniano di Bologna. Entrata in crisi l’Internazionale anarchica, si
costituirono nel gennaio 1889 la Società di sostentamento tra gli
operai (primo nucleo socialista legalitario locale) e nel 1891 la
Cooperativa braccianti che operò fino agli anni Settanta. Nel 1892 si
cominciò a festeggiare il 1° Maggio con un comizio privato, nel 1893 fu
fondata la sezione socialista, nel 1896 si costituì un comitato
elettorale per sostenere il candidato socialista alla Camera dei
deputati e nel 1898 i socialisti conquistarono la gestione della
Cooperativa braccianti già diretta da liberali. 

Agli inizi del Novecento si formarono le prime leghe
di resistenza delle categorie operaie e contadine, mentre risale al
1904 la fondazione della Cooperativa operai metallurgici, la quale
riuscì a salvarsi dalle interferenze ostili del regime fascista,
raggiungendo in seguito alti livelli produttivi e commerciali. Nello
stesso periodo si organizzarono i moderni partiti politici che svolsero
la loro propaganda anche attraverso numerosi fogli locali
particolarmente vivaci e battaglieri. Nel 1904 nel collegio di S.
Giovanni in Persiceto fu eletto per la prima volta un deputato
socialista (Giacomo Ferri) e nello stesso anno fu inaugurata la prima
Casa del popolo; nel 1907 passò ai socialisti anche il governo del
Comune (che per spirito anticlericale sarà denominato, dal 1912 al
1927, solamente Persiceto). 

Dopo la Grande Guerra anche a Persiceto si sviluppò di
nuovo la lotta agraria, che culminò nel 1920 nell’eccidio di Decima
perpetrato dalle forze pubbliche. Nelle battaglie politiche e sociali
si ricorse alla violenza, che fu esercitata in particolare dai fascisti
contro i socialisti e le loro istituzioni (molti Persicetani per i loro
sentimenti antifascisti dovettero lasciare il paese o subirono il
carcere o il confino). 

Durante la Seconda guerra mondiale, prima e dopo il 25 luglio 1943,
soprattutto nei venti mesi dell’occupazione tedesca, anche nel
Persicetano si organizzò la resistenza contro i
nazifascisti
; partigiani persicetani operarono nella 63a
Brigata Garibaldi effettuando soprattutto azioni di sabotaggio sulla
linea ferroviaria Bologna/Brennero e sulle strade. Gravi perdite
subirono le forze partigiane a seguito dei rastrellamenti di Amola (5
dicembre 1944) e di Borgata Città (7 dicembre); nella notte fra il 20 e
il 21 aprile 1945 battaglioni partigiani entrarono in azione per
impedire la distruzione di magazzini e fabbriche da parte dei tedeschi
in fuga, mentre le truppe alleate entravano in città nella notte
successiva . 

Dopo la Liberazione i Persicetani parteciparono con
impegno e passione alle lotte politiche e sociali. Nelle elezioni
prevalgono i partiti di sinistra, comunista e socialista (che fino al
1980 governano insieme il Comune), mentre ancora le lotte agrarie
registrano azioni di violenza e si creano nel paese forti
contrapposizioni anche ideologiche. 

Dopo gli anni Cinquanta S. Giovanni in Persiceto, già centro di
produzione agricola famoso per le sue fiere, subisce profonde
trasformazioni
: da un’economia prevalentemente agricola si
passa ad un’economia industriale e commerciale; si riduce fortemente il
numero degli addetti ai lavori agricoli (si introducono le macchine);
si raddoppia la popolazione addetta al settore industriale e terziario;
si spopola la campagna e si espande la città, la quale diventa sede
anche di alcuni istituti scolastici superiori. Rinasce, infine, dopo
decenni di oblio, la biblioteca comunale, mentre sorgono un importante
centro intercomunale di impianti sportivi e un moderne osservatorio
astronomico.