Un luogo d’incontro privilegiato
Da sempre, il Teatro comunale è un luogo di storia e memoria: qui si sono ritrovati prima i nobili e le dame, poi strati sempre più larghi della popolazione. I velluti e gli stucchi dorati hanno visto avvicendarsi discorsi ufficiali e celebrazioni, a sottolineare momenti importanti della storia, come i festeggiamenti per l’unità nazionale, il banchetto per l’inaugurazione del tratto ferroviario Bologna-Persiceto o le commemorazioni di personaggi illustri.
Situato nel corpo dell’edificio del Palazzo comunale (vi si accede dal portico del Palazzo), il teatro risale alla prima metà del XVII secolo, anche se l’aspetto attuale è riconducibile al 1790, anno della sua inaugurazione in seguito alla realizzazione del progetto di Giuseppe Tubertini. Nell’atrio si trovano due statue raffiguranti Carlo Goldoni e Vittorio Alfieri, opera di Vincenzo Testoni (1800-1871), mentre l’interno mantiene intatta la struttura settecentesca che vorrebbe ricordare il prospetto di un edificio classico (un alto basamento in pietra dal quale si innalzano alti pilastri coronati da una balaustra). Un forte slancio è dato a tutta la struttura della cavea dal bellissimo boccascena formato da due alte colonne corinzie dorate sormontate da una elegante trabeazione.
Ancora oggi è luogo d’incontro privilegiato per eventi eccezionali, come il conferimento della cittadinanza onoraria ad Enzo Biagi (2002) e a Mario Rigoni Stern (2007) o il convegno internazionale di letteratura su Giulio Cesare Croce nel 2000. Ma soprattutto, fin dalla ristrutturazione a fine anni ’90, sul palcoscenico si sono alternati artisti di grosso calibro, offrendo al pubblico un’ampia varietà di spettacoli di prosa, danza e musica.
Le origini seicentesche e settecentesche
Le più antiche notizie riguardanti spazi destinati alle rappresentazioni teatrali risalgono al biennio 1624-1626, quando il Consiglio comunale cedette un’ampia sala situata all’interno del Municipio per spettacoli di prosa e di musica ai giovani dilettanti dell’Accademia dei Candidi Uniti. Trent’anni più tardi, nel 1659 nella stessa sala fu costruito un vero e proprio teatro con strutture lignee a vari ordini di palchi la cui gestione rimaneva affidata all’Accademia.
Nel 1757, essendo la struttura ormai pericolante per il grave degrado delle strutture lignee, il Comune decretò la costruzione di un nuovo teatro in muratura aperto a tutti i cittadini e collocato al posto del vecchio salone del Municipio. Il teatro prese il nome di Nuovo Teatro Politeama, perché doveva essere adatto ad ogni tipo di spettacolo in sintonia con le mode dell’epoca, e venne inaugurato nel 1790. Con i suoi 51 palchi disposti su quattro ordini, poteva ospitare circa 400 spettatori.
Le ristrutturazioni ottocentesche
Una ristrutturazione del complesso fu eseguita negli anni 1859-1860: venne alzato il tetto sopra il palcoscenico, costruiti i camerini per gli attori, gli inservienti egli attrezzi.
L’accesso ai servizi venne corredato di scale in pietra e il quarto ordine di palchi fu trasformato in loggione. Si procedette inoltre ad arricchire l’interno di decorazioni, compresa la volta della platea che venne ridipinta con motivi a chiaroscuro.
Nel 1860 il teatro rinnovato fu inaugurato con la rappresentazione del Rigoletto di Giuseppe Verdi.
Per tutto l’Ottocento il teatro fu meta abituale dei cittadini bolognesi; in seguito divenne luogo d’incontro e di divertimento, in occasione di feste e veglioni carnevaleschi.
Ventesimo secolo: crisi e riapertura
Utilizzato come magazzino di cereali durante la Prima Guerra Mondiale, il teatro fu ristrutturato a spese del Governo nel 1921. A partire dagli anni ‘20, conobbe però un periodo di decadenza: fu affidato in gestione a privati ed adibito anche a sala cinematografica. La licenza concessa ai privati fu revocata soltanto nel 1964, poiché la Soprintendenza si era dichiarata contraria al ripristino del cinematografo, che avrebbe comportato la sostituzione degli ordini di palchi con ampie gallerie e l’eliminazione delle colonne del boccascena per inserire un grande schermo per il cinemascope.
Nel 1971 scoppiò un incendio sotto la platea che provocò danni ai palchi del primo ordine e al piancito. Nel 1975, con finanziamento regionale, fu realizzato un nuovo solaio per la platea e per il palcoscenico, furono aperte due uscite di sicurezza e fu realizzata la fossa dell’orchestra. Le ultime ristrutturazioni risalgono infine al 1982, quando furono restaurati il coperto, le strutture in legno e le decorazioni, mentre per il completamento dei lavori, con il recupero del quarto ordine di palchi, si dovrà attendere il 1999.