La forza della devozione popolare

L’oratorio da sempre chiamato “Chiesolino”, che si trova a San Matteo della Decima nel punto in cui la strada verso Cento si biforca formando la via San Cristoforo, deve la sua presenza alla devozione popolare per un’immagine in terracotta di Madonna con Bambino che era collocata in prossimità dell’attuale edificio fin dal Settecento. Sulle strade delle campagne bolognesi e modenesi è facile incontrare piccoli oratori simili a questo, nati per ospitare le immagini votive particolarmente care ai devoti. L’icona in questione, meglio conosciuta all’epoca con il nome di “Maria Refugium Peccatorum et Auxilium Christianorum”, fu realizzata nel 1782 dal frate minorita Angelo Baranzoni. I cittadini di San Matteo della Decima negli anni maturarono una profonda venerazione per questa raffigurazione della Vergine tanto da convincere l’arciprete Giuseppe Alberti a costruire un oratorio che potesse accogliere le celebrazioni in suo onore.

Ad un primo progetto in stile tardo settecentesco realizzato nel 1818 da Girolamo Guidicini, seguì l’anno successivo un disegno dell’architetto Antonio Ungarelli che propose un edificio dalle armoniose forme neoclassiche. Approvato il progetto di Ungarelli, iniziarono i lavori e già nel 1820 l’oratorio fu terminato.

 

Cenni artistici

A differenza della maggior parte degli oratori, realizzati in stile tardo settecentesco, il Chiesolino si distingue per lo stile neoclassico che contrappone agli eccessi del barocco la linearità tipica dell’arte greca. L’oratorio è infatti dotato di colonne e di un maestoso pronao d’ingresso che ricordano la ritmicità e i giochi chiaroscurali dell’architettura greca presenti in tutti i templi, anche in quelli di più modesta entità. Si tratta probabilmente di un esempio di tempio “prostilo”, caratterizzato da un singolo colonnato nella zona antistante l’accesso, il più assimilabile per forme e dimensioni al caso di Decima.

L’ingresso porticato ricorda anche i loggiati antistanti le chiese protocristiane, che assumevano la funzione tipica di “luogo intermedio”, spazio per la purificazione nel passaggio tra mondo esterno e tempio sacro. In particolare, il timpano del frontone sorregge alle estremità due acroteri, elementi decorativi usati in antichità da greci ed etruschi; l’architrave, il fregio e la cornice, elementi che abbracciano il Chiesolino per tutto il suo perimetro, sono la quinta parte dell’altezza della colonna, secondo i dettami dello stile ionico. Particolare attenzione meritano i capitelli delle lesene addossate ai muri perimetrali e le colonne del pronao considerate angolari, cioè con la decorazione in tutte e quattro le direzioni.

L’interno dell’oratorio è stilisticamente coerente all’esterno quanto a proporzioni e simbologie, rivelando così la finezza e l’accuratezza del progetto di Antonio Ungarelli. L’edificio si distingue rispetto all’architettura rurale dei dintorni: lo stile neoclassico è infatti particolarmente raro nella zona, tanto nell’edilizia civile quanto in quella religiosa. All’interno, le colonne lievemente distaccate dalle pareti laterali accompagnano idealmente il cammino verso l’altare. La volta a botte, arricchita da cornici di richiamo rinascimentale, non nasce dai muri perimetrali ma è sorretta da due architravi laterali, a loro volta sostenuti da colonne che accentuano il senso di profondità. Queste colonne sono di sezione circolare – forma che le alleggerisce nella loro funzione strutturale – e dotate di un capitello ionico.

 

I restauri

Su proposta di Monsignor Giacomo Della Chiesa, che in occasione di una visita pastorale constatò la fatiscenza dell’edificio, nel 1912 furono approvati i primi lavori di restauro dell’oratorio, completamente finanziati dalla comunità di Decima. L’intervento iniziò nel 1914 e si concluse l’anno seguente. Dopo il restauro l’oratorio fu utilizzato per 30 anni, fino alla chiusura definitiva nel 1945. In quell’anno l’immagine della Madonna fu trasferita in un’apposita cappella della chiesa parrocchiale nella quale si trova tuttora.

La posizione dell’edificio, in prossimità di un bivio stradale particolarmente trafficato, ha comportato grosse difficoltà nella sua conservazione. Dalla seconda metà del ‘900 il Chiesolino è stato infatti gravemente danneggiato: diversi incidenti stradali hanno colpito le parti strutturalmente più delicate, una colonna del protiro e la sagrestia. Ormai pericolante, nel 1986 l’edificio fu dotato di una palizzata protettiva. Nonostante questo, nel 1992 un altro incidente danneggiò nuovamente la struttura. Nuovi lavori di restauro sono iniziati nel 1997 con l’obiettivo di restituire all’oratorio l’aspetto originale.

Ancora oggi la comunità di Decima continua a venerare l’immagine mariana un tempo ospitata nel Chiesolino in occasione del “Festone”, fiera paesana istituita nel 1864 per la seconda domenica di ottobre. Il “Festone” nasce infatti come festa contadina di ringraziamento per i favori e i prodotti ricevuti durante l’anno. Per l’occasione a Decima si alternano messe cantate, processioni e pesche di beneficenza. Dal 1979, in concomitanza con la ricorrenza, si tiene inoltre la Fiera di Ottobre, inaugurata con una rievocazione storica in costume: circa 200-300 comparse partono in processione dai quattro rioni del paese per arrivare nel centro, davanti alla chiesa, per la benedizione da parte del  parroco dei frutti della terra.