A cavallo tra i secoli XV e XVI si estesero anche nel Persicetano la
coltivazione e la lavorazione artigiana della canapa, vennero
introdotte nuove culture (gelso, riso, granoturco), aumentò la
concentrazione della proprietà terriera e si consolidò il sistema
mezzadrile. 

Durante il sec. XVI il territorio persicetano fu spesso attraversato da
eserciti stranieri con le conseguenze facilmente immaginabili: sorse
l’istituto della Partecipanza agraria e si diede vita
alla novennale ripartizione dei beni comuni; il centro urbano subì un
processo di impoverimento, mentre si manteneva florido, grazie ad
antichi privilegi, il mercato settimanale del mercoledì. Per quanto
riguarda il governo locale si instaurò l’oligarchia di alcune famiglie
ligie alla Chiesa e sottoposte al Reggimento bolognese e al Legato
pontificio.

Nei due secoli successivi si ebbe un notevole sviluppo edilizio
soprattutto all’interno del castello: scomparvero via via i numerosi
‘broletti” (piccoli orti) fra le case per far posto alle nuove
costruzioni
. Allo stesso scopo furono distrutti antichi
edifici medievali, altri vennero irrimediabilmente modificati; furono
costruiti conventi e chiese (tra le altre, demolita la vecchia pieve,
fu costruita la chiesa Collegiata in piazza del Popolo); fu edificato
il teatro comunale e sulle fondamenta dell’antica rocca sorse
l’ospedale SS. Salvatore (ora sede della biblioteca comunale “G. C.
Croce” e dell’archivio storico).

L’amministrazione inetta dei Legati pontifici condizionò invece
negativamente lo sviluppo dell’economia agraria, mentre in altre zone
della pianura padana si avviarono processi innovativi che diedero
luogo, nella seconda metà del Settecento, ad una rivoluzione
agronomica. 

Nell’area persicetana si possono individuare fenomeni di protoindustria
rurale: per secoli i Persicetani, oltre a coltivarla, lavorarono la
canapa, mentre nel Settecento al mercato settimanale affluiva, insieme
con la produzione locale di tele, anche quella proveniente da altri
luoghi (per esempio Cento e Crevalcore), tanto che il relativo
commercio fu contemplato nei bandi.

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all’800