Il palazzo attraverso i secoli

Affacciato su piazza del Popolo, il Palazzo comunale si trova su un’area un tempo occupata da diversi edifici, tra cui l’antica Casa del
Comune, il Palazzo del Vescovo e il palazzo Bentivoglio. Già nel XIII secolo è attestata la presenza di un “palazzo del Comune”, affacciato sulla piazza dell’antico Borgo rotondo (il nucleo storico della città) e dotato di un ampio porticato. Una stretta viuzza, coincidente con l’attuale loggia del Municipio, divideva il palazzo comunale dal palazzo del Vescovo, a cui era all’epoca conferita la giurisdizione sul territorio.

Alla fine del ‘400, Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna, fece costruire dall’architetto bolognese Gaspare Nadi (1418-1504) un vasto palazzo che prendeva il posto della vecchia residenza del vescovo, nel frattempo divenuta una locanda. Caduta la dinastia bentivolesca, nel 1511 l’edificio venne acquistato dal conte Marc’Antonio Marsigli, Gonfaloniere di Giustizia di Bologna. Nel 1578 la vecchia Casa del Comune venne ricostruita per ordine di Pietro Boncompagni, fratello di Papa Gregorio XV e podestà di San Giovanni, e trasformata in sua residenza di rappresentanza e perciò chiamata casa del Podestà. Nel 1612, palazzo Bentivoglio fu venduto alla comunità persicetana, che ne fece la propria residenza, ingrandendolo ed inglobando anche la casa del Podestà. L’edificio però non era in buone condizioni e tanti furono i rimaneggiamenti nei secoli successivi: nel 1670 fu rifatto il tetto, nel 1746 venne invece ricostruita la facciata, smantellando i vecchi stemmi che decoravano il palazzo.

Nella sua lunga storia, il palazzo comunale di Persiceto è stato teatro di tanti avvenimenti ed ha ospitato numerosi personaggi storici.
Nel 1532, ad esempio, vi fu ospitato Carlo V, in viaggio verso Bologna dove sarebbe stato incoronato re d’Italia. In quell’occasione il re, grato dell’ospitalità ricevuta, nominò cavalieri il conte Marc’Antonio Marsigli, allora proprietario del palazzo, e i suoi due figli. Nell’agosto del 1856, anche papa Pio IX, l’ultimo papa-re, fu ospite a Persiceto. Per l’occasione, sulla facciata dell’edificio, fu montato un balcone provvisorio in legno da cui il pontefice poté benedire la folla.

Nel 1869 l’ira dei contadini per la pesante “tassa sul macinato”, decretata dal governo nazionale, si abbatté sulla sede del Comune: una folla di rivoltosi devastò gli uffici e l’archivio comunale, bruciando i documenti ove si ritenevano fossero elencati i loro debiti. La rivolta fu soffocata a colpi di cannone da un reggimento di artiglieria accorso da Bologna (dieci furono le vittime e numerosi i feriti).

 

L’interno del palazzo

Oggi il palazzo si presenta come un’ampia costruzione su alto porticato. Sulla facciata possiamo notare come gli undici finestroni del primo piano siano in corrispondenza delle arcate sottostanti. Il secondo piano, invece, risale ai lavori di ristrutturazione del 1909, nel corso di quali il primo piano fu dotato di balcone (qui venne alla luce lo stemma di uno degli antichi amministratori della città, Ludovico de Bovi, pretore di Persiceto nel 1670). Percorrendo la loggia che attraversa il palazzo, possiamo notare, sulla destra, un cortiletto, che è quanto rimane dell’antico palazzo Bentivoglio: vi si possono ancora ammirare tracce del loggiato superiore, capitelli in arenaria e decorazioni in cotto.

Un ampio scalone settecentesco, realizzato su disegno dell’architetto Giuseppe Tubertini (1759-1831) conduce ai piani superiori. Alla base è collocato il gruppo in gesso di Luigi Antonio Acquisti (1745-1823) rappresentante il Ratto delle Sabine. In cima allo scalone si accede ad una galleria, alle cui pareti sono affisse alcune lapidi a memoria della visita di Carlo V nel 1523, della donazione delle acque del canale di San Giovanni da parte dell’imperatore Lotario e dei privilegi di Papa Eugenio III. Al termine della galleria si trova l’ingresso della Sala del Consiglio. La sala attigua, adibita invece alle riunioni della Giunta comunale, presenta sul soffitto una tela d’inizio ‘900 che raffigura presumibilmente il Lavoro.

L’edificio del Palazzo comunale, oltre agli uffici e alle sale di rappresentanza, ingloba anche il Teatro comunale e il vano dell’ex Cappella della B.V. del Popolo, oggi adibito ad edicola. Ad entrambi gli ambienti si accede dal portico.